Anche un singolo particolare di una immagine può essere capace di raccontare una vita intera. Può, nella sensibilità di ognuno di noi, aprire mondi fino ad allora sconosciuti e insospettabili. Basta solo avere la pazienza e la curiosità di saper guardare. Così un paesaggio, un volto, un piccolo oggetto sapranno evocare ancora gli odori, i rumori e le voci di un secolo fa: la storia, le emozioni, i traguardi di Cerchiara e di una intera comunità.
In modo autentico e schietto come solo la fotografia sa fare.
IL PAESE
Immagini bellissime che immortalano anno dopo anno l’evoluzione del centro storico e dell’intricato, un tempo brulicante, groviglio di vinelle, dei suoi palazzi e dei suoi monumenti. La vita di notabili, artigiani, religiosi, commercianti e operai, colta nella quotidianità di giorni lavorativi o di gran festa.
IL VENERDI’ SANTO
L’antico e sentitissimo rito del Venerdì Santo, l’incanto nella sala delle Congrega del SS. Crocifisso, la vestizione, la processione da San Giacomo a S. Pietro sino al Calvario, con i tradizionali simboli della Passione (bandiera rossa e nera, gallo, ampolline, sentenza, martello, ecce Homo, spada, Veronica, croce, bara e statue della Addolorata e S. Giovanni).
IL SANTUARIO
Forse non esiste luogo più amato e vissuto dai cerchiaresi come il santuario di Santa Maria delle Armi. Un legame profondo, una storia di fede e beneficenza secolare.
I VOLTI
Una carrellata straordinaria di espressioni; uomini e donne in posa per ritratti ufficiali o di gruppo. Scatti di vita quotidiana in ambito familiare o pubblici tra le vinelle del paese, in ambienti domestici e nelle campagne. Un mosaico eterogeneo, affascinate, autentico.
IL CALCIO
Nel primo dopoguerra un ristretto gruppo di giovani cerchiaresi inizia ad organizzare una squadra di calcio in campi improvvisati racimolando scarpini e indumenti alla buona. Pronti ad affrontare anche diverse ore di viaggio – a piedi o a dorso di mulo – per giocare in trasferta nei paesi vicini.
LA PISCINA (GROTTA DELLE NINFE)
La “Grotta”, con la vigorosa sorgente di acqua sulfurea, fu frequentata già in epoca greca, romana e medievale per le indubbie proprietà curative delle sue acque. Afflussi sempre crescenti (soprattutto nel secolo scorso) hanno indotto importanti ampliamenti negli anni Settanta dando il via a quel sogno, mai compiutamente realizzato, del complesso termale.
LE CONTRADE
Noti un tempo come “rioni” (toponimo che indicava un piccolo insediamento abitativo), erano sparsi dalla pianura alla montagna, da Damale a Valline, da Altarello alla Cardosa, da S. Matteo a Carbonello. Alla fine dell’Ottocento, ad esempio, ne esistevano circa una ventina, ognuno dei quali costituiti da nuclei abitati più o meno piccoli.
I PAESAGGI
Nessun documento meglio delle fotografie può illustrare i mutamenti profondi del paesaggio. Foto che risaltano ambienti molto diversi da quelli che conosciamo oggi: aspri, coltivati all’inverosimile e privi di vegetazione, in gran parte del paesaggio montano e rurale delle nostre contrade.