Il calcio

Nel primo dopoguerra un ristretto gruppo di giovani cerchiaresi inizia ad organizzare una squadra di calcio in campi improvvisati racimolando scarpini e indumenti alla buona. Mossi da una grande passione, probabilmente derivata anche dall’immaginario di radio-giornali e di qualche immagine della carta stampata, sono pronti – nonostante la ferma contrarietà dei genitori – ad affrontare anche diverse ore di viaggio – a piedi o a dorso di mulo – per giocare in trasferta nei paesi vicini. I primi palloni? Realizzati in cuoio dai calzolai del paese, con evidenti quanto pericolose, cuciture.

Con il passare degli anni, le canottiere lasciano il posto a magliette a maniche lunghe (fatte realizzare appositamente) e i muli alle auto a noleggio. Il primo nucleo della rosa si consolida e si costituisce la prima società (Presidente avv. Cersosimo). Il calcio giocato inizia ad avere una certa popolarità, iniziano epici scontri con squadre provenienti da paesi come Civita, Frascineto, Villapiana, Amendolara, Francavilla, Lungro, San Demetrio ecc.. Partite seguitissime da un pubblico sempre più curioso e numeroso.

Nel 1960 il Comune – sindaco Potestio – regala a quei giovani anche un campo sportivo, quello al calvario. Le porte sono in legno e le linee in calce viva. L’inaugurazione del campo, che avverrà durante la festività di Sant’Antonio, sarà un grande momento di giubilo con la benedizione di don Vincenzo Barone e del dottor Francesco Castellano.

Bisognerà però attendere il 1981 per la nascita di una vera e propria Società Polisportiva Cerchiara che avrà come stemma il lupo e il bianco e l”azzurro come colori sociali. La generazione precedente aveva lasciato in dote l’entusiasmo sportivo e l’attaccamento ai colori del paese; eredità accolta da un gruppo fortissimo e da una società determinata a scalare in breve tempo da protagonisti la scena calcistica provinciale.

GLI ANNI ’40

Nel primo dopoguerra un ristretto gruppo di giovani cerchiaresi, nonostante la ferma contrarietà dei genitori, era ben lieto di affrontare anche diverse ore di viaggio – a piedi o a dorso di mulo – per giocare in trasferta nei paesi vicini. I primi palloni? Realizzati in cuoio dai calzolai del paese..
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GLI ANNI ’50

Le canottiere lasciano il posto a magliette a maniche lunghe (fatte realizzare appositamente) e i muli alle auto a noleggio. Il primo nucleo della rosa si consolida e le partite iniziano a diventare un appuntamento popolare soprattutto nei periodi della bella stagione.
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INAUGURAZIONE DEL CAMPO 1960

Le porte sono in legno e le linee in calce viva. Il pubblico prende posto tra gli alberi e le due collinette di terra. L’inaugurazione del campo durante la festa di S. Antonio è svolta in pompa magna alla presenza, dell’allora presidente della squadra, l’avvocato Cersosimo, il dott. Castellano e la benedizione di un giovane don Vincenzo Barone.
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GLI ANNI ’60-’62

Squadra in casaSi ampia la rosa della squadra e assistere alle partite di calcio diventa un appuntamento irrinunciabile, tra arbitri in giacca e cravatta e palloni di cuoio più leggeri e più affidabili.

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