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In casa, foto di gruppo (2)Al centro, seduta, la più anziana (donna Anna Maria) rivolge il proprio severo sguardo dritto davanti a sé; le sopracciglia arcuate, bocca serrata, mani giunte sulle gambe. Minuta, volto rigido e ossuto, cappelli raccolti, sguardo fiero, fierissimo. Ora è evidente. Il fotografo ha voluto inscenare un’allegoria delle “tre età dell’uomo” (citando una celebre opera di Giorgione), dove fanciullezza, maturità e vecchiaia si confrontano e si mescolano l’un l’altro. Un chiaro monito alla vanitas e allo scorrere impietoso del tempo. La vita di fronte alla prospettiva della morte e viceversa. Ma aveva voluto far trasparire anche altro, era, infatti, pur sempre una foto di famiglia. Non solo, dunque, una riflessione sul ciclo della vita, ma anche il richiamo travolgente di una persona esistita in carne ed ossa, il rispetto per la sua storia, per il suo fiero ruolo matriarcale di nonna e di madre. La continuità evidente con la prole presente nella foto e di quella invisibile, ma già immaginata, custode e vera destinataria di questa composizione fotografica.